KATE BUSH "Hounds of Love" (1985)

Le attitudini gotiche dell'amore.
Kate, la madre di tutte le stregonesche cantautrici a venire, un trademark vocale che ha fatto scuola riverberandosi su centinaia di epigone. Tra le più talentuose: Elizabeth Fraser, Tori Amos, Bjork, oppure le più giovani Bat For Lashes, Marissa Nadler e Joanna Newsom . Quattro ottave di estensione che ti rubano l'anima e ti succhiano il midollo.
“Hounds Of Love” è l’album dell’invidiabile maturità acquisita a soli ventisei anni, un almanacco-summa delle precedenti incarnazioni bushiane, limato degli sperimentalismi etno-folk del passato in una veste più potabile. Indimenticabili il canto agreste dell'irish-folk "Jig Of Life", i vetri rotti dell’inquieta “Mother Stands For Comfort” (Tori ci costruirà bene una carriera) e l'etereo, il vorticoso crescendo vocale di "The Big Sky". Da vertigini l'esoterica e cupa profondità di "Hello Earth". E cosa dire del trascinante singolo "Running Up That Hill", della sinuosa title-track, dell'epico incedere di "Cloudbusting" ?
Nella voce di questa donna, proprio come nei suoi occhioni da cerbiatto, è ancora oggi riconoscibile la fatina perennemente incantata dal mondo che già a sedici anni sussurrava e 'urlava' fiabe gotiche quali metafore delle proprie emozioni e paure.
Quando ha pubblicato 'The Kick Inside' a 19 anni, il cantautorato di Bush aveva già raggiunto una raffinatezza degna del miglior Bacharach, mentre il suo acuto soprano, i riferimenti letterari e la presentazione da star del cinema muto la mettevano saldamente al centro della sinfonia soft rock.
Poi arrivavano 'Lionheart' (1980), 'Never for Ever' (1980), 'The Dreaming' (1982): Bush canta, senza paura, di religione, incesto, omicidio, omosessualità e molto altro. Temi scomodi che si mescolano ad un successo pericoloso. Un successo che non porterà, però, mai alle convenzioni dell'essere celebri, riuscendo, difatti, a invertire la canonica regola del rock secondo la quale gli artisti un tempo provocatori cedano alla pressione commerciale e si liberino delle stranezze che inizialmente li rendevano distinti. La maturità avrebbe solo reso Kate più audace. Ed ecco che nel 1985, 'Hounds of Love', riafferma questo appello.
Una sorta di doppio EP. I due lati sono molto diversi tra loro ma non è possibile immaginarli separati. La stessa Kate ebbe a dire: "Non potevo pensare di separare due gemelli siamesi".
Una confezione più pacata, studiata, apparentemente sintetica ma capace di infiammare con duratura intensità.
Uno spettacolo circense la prima parte, solitamente conosciuta come il lato più accessibile dell'album; nettamente più introspettiva la seconda, quasi spettrale e rarefatta.
Un disco dalla formidabile barriera di cristallo che tiene lontano le insidie del tempo, ma che risulta ancora impotente al cospetto dell'amore.
|Wes Xiv|
Tracce
- Parte uno Hounds of Love
- Running Up That Hill (A Deal with God) - 5:03
- Hounds of Love - 3:02
- The Big Sky - 4:41
- Mother Stands for Comfort - 3:07
- Cloudbusting - 5:10
- Parte due The Ninth Wave
- And Dream of Sheep - 2:45
- Under Ice - 2:21
- Waking the Witch - 4:18
- Watching You Without Me - 4:06
- Jig of Life - 4:04
- Hello Earth - 6:13
- The Morning Fog - 2:34